Cosa è più importante quando creo e produco?

Durante la realizzazione ceramica, l’artigiano può essere spinto da tanti ragionamenti riguardo la miglior forma da adottare, i colori da utilizzare, i materiali, la decorazione. Ragionamenti ai quali cerchiamo di dare risposta, partendo da questa domanda, la quarta di questa serie:

Cosa è più importante quando creo e produco ?

“La forma deve essere quanto più possibile originale”

Questa potrebbe rivelarsi una scelta vincente per l’artigiano nel momento della produzione e della vendita. In questo caso infatti non solo presenterà un’offerta unica, ma contribuirà a creare una propria identità di successo, facilmente distinguibile e riconoscibile. Affinché si arrivi a questo risultato sono però richieste una grande competenza e una ricerca non indifferente, in caso contrario si corre il rischio di creare forme “banali” dalla parvenza di originalità.

“Adotto forme di successo”

A differenza della precedente, questa risposta implica ancora più attenzione da parte del ceramista. Sicuramente adottare forme di successo, consolidate e ampiamente apprezzate gli permetterebbe di inserirsi in un filone sicuro e “certo”. Tuttavia in questo caso verrebbe meno la creatività e l’originalità che rendono un artista unico e distinguibile.

“La palette di colori deve essere di mio gusto”

La risposta più semplice per un artigiano è adottare una selezione cromatica che incontri prima di tutto il suo gusto, senza rifarsi ad esempi già consolidati e ampiamente utilizzati. Si tratta di colori che attingono quasi esclusivamente a sfumature e sensazioni del tutto personali, slegate da condizionamenti di mercato e di aspettative del pubblico. Agli occhi esterni potrebbe sembrare una scelta testarda e forse non attuale, ma in realtà rifarsi al proprio estro, alle proprie sensazioni e convinzioni spesso può far incontrare il favore del pubblico.

“Scelgo i colori che vanno di moda”

La creazione artistica non può rimanere confinata entro i propri limiti. Non può essere considerata una mera esecuzione manuale, ma può (e talvolta deve) interfacciarsi con il mondo circostante alla ricerca di ispirazioni esterne. Non intendiamo dunque “ciò che è di moda” come un qualcosa di asettico e privo di personalità, ma rifarsi alle tendenze può portare a un maggior apprezzamento da parte del pubblico. Questo naturalmente se si accompagna a una forma accattivante e a una manifattura eccellente, non basta naturalmente seguire la moda.

“La decorazione deve essere minimal”

Quando la spinta verso l’esterno non rientra negli ambiti di interesse dell’artigiano, egli si rifà a canoni estetici e decorativi a lui congeniali. In questo caso adottare una decorazione semplice, minimale, ridotta a pochi tratti e linee permette di risaltare al meglio il prodotto ceramico innanzitutto dal punto di vista esecutivo. I colori poi avranno un loro ruolo importante, connotando semanticamente il prodotto finale e riuscendo a comunicare sensazioni, odori, suoni, luoghi, emozioni al pubblico.

“Uso stilemi e mi ispiro alla decorazione classica”

Come per le risposte precedenti, rifarsi alla tradizione o al passato, recente o remoto, è senz’altro una scelta sicura e unanimemente apprezzata. La ceramica classica continua a riscontrare il successo che da sempre le è stato attribuito. Rifarsi a questo filone può riscontrare il pubblico apprezzamento, ma allo stesso tempo una maggiore difficoltà per il ceramista di rendere i suoi prodotti unici e diversi. Interessante potrebbe essere per lui rifarsi sì alla decorazione classica, ma adottando forme uniche, oggetti di design, con colori altamente simbolici in modo da far risaltare la decorazione, e il prodotto, ancora di più.

“Devo fare tutto da solo, senza condizionamenti”

Al giorno d’oggi, in cui tutto è alla portata di tutti e gli stimoli esterni sono tanti e spesso fuorvianti, risulta difficile decidere di continuare per la propria strada rimanendo estranei a ciò che accade intorno a noi.
Decidere di rifarsi solo a se stessi, alla propria creatività, alle proprie idee senza uno sguardo agli stimoli esterni è senza dubbio una scelta molto coraggiosa. Naturalmente i rischi sono tanti, in primis di realizzare un prodotto fuori dal tempo, di non incontrare il gusto del pubblico, di non “posizionarsi” correttamente sul mercato. Tuttavia la bravura del ceramista risiederà anche nella capacità di comunicare il suo lavoro, come un qualcosa di libero dalle mode del momento e fedele al proprio istinto, gusto, estro.

“Devo sapere già a chi va la mia opera”

Senza dubbio produrre su commissione o avendo già ben in mente il destinatario del prodotto finale permette al ceramista di immaginare la sua opera in un’ottica più generale. Ci sono delle differenze se a chiedere un’opera è un privato, uno studente, un amatore, un collezionista; e soprattutto ci sono delle differenze su dove poi l’opera sarà collocata, se in un luogo luminoso, buio, scuro, chiaro, arredato o poco arredato. A seconda infatti di questi fattori l’artigiano potrà pensare la propria opera precisamente per la persona (o il luogo) a essa destinata, attraverso forme, colori o decorazioni studiate appositamente.

“Sento nella mia realizzazione l’affermazione della mia arte”

Questo forse è il fattore più importante nel discorso che stiamo portando avanti.
Oltre a questioni di mercato, committenza, produzione, non dobbiamo dimenticare che il ceramista è in primis un artista, e come tale deve sempre (e prima di tutto) affermare la sua arte nella realizzazione del prodotto finale. Un’affermazione che si accompagna con quella di se stesso attraverso le sue opere, come tutti gli artisti hanno fatto dall’età classica fino ad oggi. Se dunque il ceramista ha ben in mente cosa e come vuole esprimere se stesso, le sue opere lo comunicheranno. È un rischio, ma che vale la pena tentare in funzione di un principio molto più alto.

“Realizzare oggetti che abbiano buona probabilità di essere venduti”

In ultimo veniamo al discorso opposto rispetto al precedente. Essere artisti (purtroppo) significa anche scendere a compromessi con il mercato, e per questo compiere scelte che possono essere in totale contrasto con la propria arte. Può sembrare un discorso controsenso e dalle mille parentesi, eppure non bisogna pensare all’artista-ceramista come a una persona “costretta” o che va contro se stesso. A volte può essere anche una sfida realizzare prodotti vendibili, che spinge il creatore a una maggiore ricerca, studio e magari a raggiungere forme particolari ma aderenti al mercato.

In questa sezione abbiamo cercato di aprire un discorso rispetto alle priorità (ipotetiche) che il ceramista ha nel momento della produzione. Si tratta indubbiamente di una questione piuttosto ampia e da approfondire, ma che può dare tanti spunti di riflessione circa l’attitudine del ceramista durante la produzione. Che sia un’attitudine al mercato, al prodotto, alla persona, alla propria arte o a se stessi, non c’è una risposta univoca o più giusta rispetto ad un’altra. È immaginabile che ogni ceramista avrà una propria risposta o ragionamento, condivisibile e comprensibile.

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