Quando produco, cosa mi spinge a realizzare un particolare oggetto

La motivazione sottesa alla realizzazione di un’opera ceramica e la scelta del soggetto, della forma espressiva e dell’aspetto finale trovano origine in molte ragioni, talvolta personali, altre volte presumibilmente oggettive e generali. Potremmo porci così una prima domanda per provare a spiegare cosa spinge a realizzare un’opera ceramica:

Quando produco, cosa mi spinge a realizzare un particolare oggetto ?

Senza addentrarci in questioni esistenziali, si può dire innanzitutto che il ceramista crea e realizza un oggetto ceramico. Ma cosa ? Quale oggetto ? Come sceglie cosa produrre ? Le risposte sono varie e, riportandone alcune, condividiamo anche un breve commento che riporta alcune considerazioni ad esse conseguenti.

“Mi rifaccio alla tradizione”

Attingere al patrimonio consolidato della tradizione ceramica potrebbe essere una scelta sicura e conservativa, che trova sempre i suoi ammiratori ed estimatori. Per l’utente finale può essere una scelta facile e rassicurante, legata a valori estetici consolidati e ampiamente apprezzati. Se invece si cerca qualcosa di diverso oppure se l’utente ha sufficiente dimestichezza con la produzione ceramica, questa scelta si può rivelare più insidiosa. Può infatti essere più facilmente messa a confronto con altre produzioni similari e sottoposta ad “analisi” dagli occhi di un abile conoscitore.

“Attingo al patrimonio della mia azienda”

Chi ha la fortuna (intesa come tesoretto aziendale) e la capacità di avere forme originali o decori sufficientemente distintivi può consolidare la propria cifra espressiva e connotare la propria produzione. Se si tratta di una produzione di successo, sarà difficile evitare che altri provino a mettersi in scia, sperando di rosicchiare clienti. In questo caso si lavora con un vantaggio da custodire e sostenere con capacità, qualità e grande attenzione.

“Copio da un concorrente di successo”

Questa può essere talvolta una leva motivazionale nella scelta della propria produzione ceramica. Accorgersi che un collega realizza oggetti che vende bene e con relativa facilità e profitto induce a provare a seguire la sua strada nella speranza di raccogliere buoni frutti. Questa scelta ne comporta altre e scatena una rivalità non sempre costruttiva. Rivendicazioni sull’origine dell’idea, guerra di prezzi, confronto serrato sulla qualità diventano presto pane quotidiano della competizione di mercato.

“Creo secondo i miei gusti”

É la risposta dell’artista, del ceramista senza compromessi che affronta il mercato senza inibizioni, convinto di affermare la propria forza espressiva. Il rischio è quello di non incontrare il favore dell’acquirente, di risultare autoreferenziale. In questo caso l’onere da non sottovalutare è valorizzare al meglio le proprie opere e far arrivare al pubblico il proprio messaggio artistico mediante una buona comunicazione ed appropriate iniziative.

“Realizzo su richiesta”

Gli artigiani che lavorano su commessa non sono molti o almeno questa opportunità si verifica per lo più solo occasionalmente. Attendere il cliente sull’uscio potrebbe non essere una scelta vantaggiosa o potrebbe distrarre la propria produzione da opportunità di mercato. D’altro canto c’è il vantaggio di lavorare senza la quotidiana incertezza di creare qualcosa rischiando di non trovare l’apprezzamento del pubblico.

“Sperimento nuove tecniche senza badare all’espressione”

É la scelta del ceramista che ama spingere la ricerca di materiali, effetti e decorazione sulla frontiera di nuove tecnologie di applicazione, di cottura e di impiego. La fortuna di questa scelta è difficile da portare su un binario razionale che porta alla vendita ed alla redditività, ma può riservare sorprese positive ed insperate quando questo approccio si basa su una buona esperienza e conoscenza tecnica.

“Provo a diversificare continuamente l’offerta”

Ampliare sempre più la propria offerta è una scelta faticosa e pericolosa. È come sparare nel mucchio nella speranza di colpire qualcuno, di incontrare il gradimento di qualche cliente. Talvolta funziona ma dipende molto dalle eventuali favorevoli condizioni al contorno. Ad esempio vendere prodotti di costo medio basso in un luogo di grande passaggio per il turismo di massa può giustificare in parte questo approccio. Difficile costruirsi una identità “ceramica” in questo modo e difficile anche trovare la forza per cambiare questo approccio.

“Realizzo la tipologia di merce che si vende meglio”

Più pragmatico ed utilitarista chi risponde in questo modo, perché conoscendo il mercato ed i potenziali clienti punta a massimizzare i volumi di vendita e la redditività. Presuppone la capacità oggettiva del ceramista nel saper analizzare e comprendere gusti e tendenze e per tale motivo questa scelta potrebbe nascondere una valutazione autoreferenziale. Come in altre situazioni la rincorsa del cliente potrebbe frenare l’opportunità di consolidare una propria identità espressiva caratteristica di ceramica.

Abbiamo ricordato alcune risposte più ricorrenti alla domanda relativa alle scelte e le motivazioni che danno origine alla propria produzione di ceramica, sebbene molte volte il ceramista opera in modo più complesso di quanto si possa schematizzare con le risposte dirette sopra riportate. In questi casi varranno considerazioni più articolate che combinano quelle già esposte ampliando magari lo scenario ad ulteriori analisi e valutazioni. Non ci sorprenderemo se ci fossero altre risposte, magari anche più interessanti, da condividere. È d’altra parte immaginabile che ciascuno nella propria risposta riesca a trovare la sufficiente giustificazione del proprio approccio.

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